G. Fiorentino e D. Borrelli, a cura di, Lo splendore dei media. I mezzi di comunicazione che hanno fatto la storia,”Mediascapes Journal”, n. 8, 2017
Questo numero di Mediascapes propone un’ampia e per alcuni versi inedita riflessione sul rapporto tra storia e media, a partire dai materiali provenienti dal seminario Dalla storia dei media ai media come fonti di storia, tenuto presso il Dipartimento di Scienze Umanistiche, della Comunicazione e del Turismo dell’Università della Tuscia. I saggi qui contenuti offrono un approccio mediologico nella ricerca storica sulla comunicazione. Questo significa non limitarsi semplicemente a fare la storia dei media, ma soprattutto praticare una storia con e attraverso i media, come per esempio si propone di fare in un contesto internazionale la Public History: ovvero mettere in luce come e perché i media abbiano fatto la storia della modernità occidentale e abbiano assolto, nel bene e nel male, alla funzione di polmoni del cambiamento sociale e culturale.
http://http://www.mediascapesjournal.it
G. Fiorentino, La Fotografia. L’immagine rimossa, tra mediologia e storia,”Mediascapes Journal, n. 8, (2017)
L’articolo si propone di presentare il medium fotografia nella sua specificità, ponendo alcune domande sia alla ricerca storiografica che ai media studies. Nella prima parte si ragionerà sulla specificità del medium tra analogico e digitale, a partire da tre concetti applicabili criticamente all’evoluzione della fotografia: il concetto di limite; il concetto di smaterializzazione; il concetto di spostamento. Nella seconda parte, attingendo alla radicalità del pensiero di Benjamin, si proporrà la fotografia, e la visione, direttamente come strumento di rielaborazione concettuale e narrativa che interroga allo stesso modo sia la ricerca storiografica che la ricerca mediologica. Infine nella terza e ultima parte si porteranno alcune rapide esemplificazioni e casi di studio.
Matteo SANFILIPPO, Nuovi Studi sulle Migrazione in Europa. Centro Studi Emigrazione (2017).
Con questo fascicolo avevamo deciso di ripristinare la pubblicazione di miscellanee, perché permettono di offrire materiali più variati diquelli dei numeri monografici e di rendere conto di ricerche assai diverse fra loro. Una volta selezionato, valutato e approvato quanto giuntoci in redazione, ci siamo, però, accorti che anche questi contributi convergono verso un numero ridotto di temi. Come si vede dall’indice, abbiamo infatti sei articoli sulla mobilità verso e dentro l’Europa e due su quella da e verso l’America Latina. Inoltre i sei contributi sull’Europa si richiamano fra loro perché hanno tanti spunti in comune. In primo luogo affrontano il problema della scolarità, nei paesi di arrivo e in quelli di partenza, e delle sue conseguenze sugli sbocchi lavorativi e sull’autopercezione degli migranti. In secondo luogo, più autori discutono la nuova e la vecchia mobilità verso l’Europa meridionale: mobilità che è non soltanto intercontinentale, ma anche infra-europea. Infatti gli irlandesi vanno in Spagna e in Italia durante l’età moderna, mentre oggi vi si recano i romeni o altri esteuropei.
In terzo luogo, più saggi considerano il ruolo delle famiglie edel genere nei flussi e nelle stratificazioni delle comunità immigrate.
Infine quasi tutti hanno presente la possibilità della comparazione di fenomeni, che variano nel tempo e nello spazio, ma che hanno un forte comun denominatore. In particolare appare non soltanto possibile paragonare i flussi verso o da un solo paese, ma anche il ruolo, la formazione e le scelte di coloro che lavorano più a contatto con i migranti, ovvero gli operatori dei servizi sociali europei. Paradossalmente quindi quello che era stato immaginato come un fascicolo miscellaneo è divenuto l’ennesimo monografico.
Matteo SANFILIPPO, Holy See’s Archives as sources for American history. Viterbo, Sette Città (2016).
Matteo Sanfilippo e Luigi Maria Vignali , La nuova emigrazione italiana “Studi Emigrazione”, 207 (2017)
Matteo Sanfilippo e Luigi Maria Vignali , La nuova emigrazione italiana “Studi Emigrazione”, 207 (2017)
Matteo SANFILIPPO, Chiese e nationes a Roma: dalla Scandinavia ai Balcani. Secoli XV – XVII. Istituto Balassi – Accademia di Ungheria di Roma. Viella (2017)
Matteo Sanfilippo, Historian’s Creed. L’età moderna tra vecchi e nuovi media, Viterbo, Sette Città, (2017).
È necessario separare la storia, cioè lo studio di quanto è accaduto, e il passato? O meglio è necessario separare il passato studiato (e dunque congelato) dagli storici dal passato vivente del cinema, della letteratura, dei videogiochi? Questi interrogativi sono stimolanti, ma anche spiazzanti, o quantomeno portano lontano dalle pratiche di ricerca e di didattica di molti storici. Tuttavia la maggior parte di questi ultimi lavora su plurimi strati documentari, che si complicano nella distanza temporale fra il passato studiato e il presente e che offrono informazioni su quel passato più lontano, che viene documentato, ma anche sul passato più recente nel quale documenti e studi sono stati prodotti. In pratica lottiamo contro e dentro un meccanismo di continue rifrazioni che possono e debbono essere analizzate non soltanto per quanto asseriscono sul passato di cui “parlano”, ma anche per quanto fanno capire sul loro presente, sul tempo nel quale sono state prodotte.
De Caprio F., Il tramonto di un regno. Il declino di Jan Sobieski dopo il trionfo di Vienna, Viterbo Sette Città, 2014.
La liberazione di Vienna dall’assedio ottomano nel 1683, un evento epocale per la storia dell’Europa, il cui merito fu scritto universalmente a gloria di Jan III Sobieski, costituì il momento più alto della biografia politica e militare del sovrano polacco. Sull’onda anche emotiva suscitata in tutti gli Stati cristiani da questa grande sconfitta dei turchi, il re ottenne una straordinaria fama europea ed acquistò un grandissimo prestigio sul piano della politica internazionale. Ma la scelta di coinvolgere la Rzeczpospolita nella guerra anti-turca, non portò al Sobieski e alla Polonia i risultati sperati. Anzi in quella scelta, per gli enormi costi sostenuti, per gli scarsi vantaggi ottenuti, per il rafforzamento conseguito invece dalle due potenze confinanti, l’Austria e la Russia, è stato visto addirittura il momento di innesco del processo che generò la crisi polacca. La vittoria riportata sotto le mura di Vienna si rivelò in effetti solo come il momento più alto di una parabola che era iniziata con la vittoria di Chotin nel 1673 e con l’elezione al trono; parabola che però si avviò ben presto verso il suo percorso discendente.
Francesca DE CAPRIO, I Giubilei Straordinari in Età Moderna (XVII-XVII), Viterbo, Sette Città (2016).
Il 2016 è stato l’anno del giubileo straordinario della Misericordia, indetto da papa Francesco e cominciato, come previsto dalla bolla Misericordiae Vultus, l’8 dicembre 2015 con l’apertura della Porta Santa della Basilica vaticana. Questo libro sui giubilei straordinari non si occupa del giubileo della Misericordia, e tuttavia nasce proprio da esso. Il presente lavoro, infatti, non solo è stato sollecitato dall’importanza di questo evento, ma si è reso necessario per cercare di mettere meglio a fuoco qualche punto fermo in materia di giubilei straordinari. Nato da tali sollecitazioni, questo volume, formato dai contributi di quattro docenti di storia dell’Università della Tuscia, raccoglie il risultato di un lavoro in cui l’attività didattica e quella di ricerca sono state profondamente compenetrate. Oltre che discussi in alcuni momenti didattici all’interno dell’Università della Tuscia, questi argomenti sono stati posti al centro di un ciclo di lezioni, intitolato I giubilei straordinari tra ‘600 e ‘700, organizzato da Gaetano Platania per i Corsi Superiori dell’Istituto Nazionale di Studi Romani nella primavera del 2016 (M. Sanfilippo, I Giubilei straordinari; A. Boccolini, I Giubilei di Clemente X: dallo straordinario all’ordinario; G. Platania, Difesa della fede e problema turco: il Giubileo del beato Innocenzo XI e l’assedio di Vienna; F. De Caprio, Il Giubileo straordinario del 1701 di papa Clemente XI e la successione di Spagna). Il volume è quindi il risultato di una collaborazione scientifico-didattica fra l’Università della Tuscia e l’Istituto Nazionale di Studi Romani.
Gaetano PLATANIA, Roma e Cristina di Svezia. Una irrequieta sovrana. Viterbo, Sette Città (2016).
Per la ricorrenza del 360° anniversario dell’entrata a Roma di Cristina regina di Svezia (20 dicembre 1655) il DISUCOM, in collaborazione con il CIRIV, ha organizzato una giornata di studio e di confronto tra diversi studiosi che si sono interessati alla figura di questa sovrana che ha lasciato un segno tangibile nelle vicende storiche europee e non solo. Il risultato di questa giornata sono gli atti che presentiamo in questo volume, dove i diversi autori esplorano la figura, le azioni, l’irrequietezza di Cristina regina di Svezia la quale, venendo a Roma, spera di trovare quelle risposte ai dubbi dottrinali e/o teologici mettendo – però – ben presto la Santa Sede in fibrillazione nel tentativo di arginare quel suo modo di vita privo di qualsiasi mediazione diplomatica e così poco conforme ai dettami tipici di un buon cattolico.
https://www.libreriafernandez.it/libreria/catalogo/libro/9780017580634/
Gaetano PLATANIA, Polonia e Curia Romana. Corrispondenza di Maria Kazimiera Sobieska regina di Polonia, con Carlo Barberini Protettore del Regno (1681-1699), Acta Barberiniana n. 3, Viterbo, Sette Città (2016) .
Terzo volume della collana Acta Barberiniana diretta da Gaetano Platania, il presente volume è nato per restituire le complicate vicende, politiche e personali, di una sovrana, Maria Kazimiera vedova di Jan III Sobieski re di Polonia, la quale tra gli ultimi anni del 1699 e il 1714 visse nella città eterna un esilio dorato lasciando di sé traccia e memoria nella documentazione archivistica romanaPartendo dalle lettere scambiate tra il 1681 e il 1699 con il Cardinale Carlo Barberini, Protettore del Regno di Polonia, il testo fa emergere la complessa e affascinante figura della ex regina polacca, da quando era ancora sovrana regnante il Polonia fino alle azioni quotidiane e alla vita sociale condotta nei lunghi 14 anni di esilio romano. Volumi precedenti della collana Acta Barberiniana sono:
1. Gaetano PLATANIA, Polonia e Curia Romana. Corrispondenza del Lucchese Tommaso Talenti segretario intimo del Re di Polonia con Carlo Barberini Protettore del Regno (1681-1693), Acta Barberiniana n.1, Viterbo, Sette Città (2000).
2. Gaetano PLATANIA, Polonia e Curia Romana. Corrispondenza di Giovanni III Sobieski re di Polonia con Carlo Barberini Protettore del Regno (1681-1696), Acta Barberiniana n.2, Viterbo, Sette Città (2011).
Gaetano PLATANIA, “Pot-pourri”: studi in onore di Silvana Ferreri, Sette Città, Viterbo 2016.
Il volume è un omaggio del DISUCOM alla carriera scientifica ed accademica di Silvana Ferreri, Professore Ordinario di Didattica delle lingue moderne in quiescenza dal 2016. Raccogliendo i contributi dei colleghi di dipartimento della Ferreri, il libro si pone come una testimonianza e un vivo riconoscimento alla vita universitaria della professoressa, e insieme una fotografia esatta delle diverse anime del DISUCOM confluite per questa speciale occasione attorno al tema più caro alla Ferreri, la “didattica delle lingue”.
Storie di viaggi, viaggi nella storia, a cura di Stefano Pifferi e Matteo Sanfilippo, Viterbo, Sette Città, 2017.
In onore di Gaetano Platania abbiamo cercato di offrire con le forze del nostro Dipartimento un approccio generale a quel macro-fenomeno che è il viaggio, di modo che questo attraversasse le frontiere geografiche, storiche e disciplinari. Abbiamo dunque affrontato il Vecchio e il Nuovo Mondo e ci siamo spostati al seguito di viaggiatori, esploratori e migranti. Ci siamo mossi dall’antichità greca, etrusca, romana al futuro dei viaggi interplanetari, passando per il presente digitale. A questo fine, abbiamo coinvolto i colleghi delle numerose discipline che costituiscono il nostro Dipartimento: antichistica, antropologia, archeologia, diritto, economia, geografia, informatica, pedagogia, sociologia, storia, storia dell’arte, storia della cultura, storia delle letterature da quella greco antica ad oggi.
Alessandro BOCCOLINI, Viterbo e il Giubileo del1575, Viterbo, Sette Città (2016).
Il Giubileo gregoriano del 1575 analizzato attraverso due differenti tipologie di documenti, manoscritti e a stampa, che presentano come protagonista la città di Viterbo: le memorie della confraternita viterbese del Buon Gesù in pellegrinaggio alla città santa e il volume intitolato Le Pie Narrationi dell’opere più memorabili fatte in Roma l’anno del Giubileo 1575 di Angelo Pientini, stampato a Viterbo nel 1577. Un’occasione unica per entrare all’interno di un meccanismo complesso come quello giubilare, e scoprire il ruolo attivo avuto dalla città di Viterbo e dai suoi cittadini per il grande successo di quello che è considerato il primo anno santo della modernità.
https://www.amazon.it/Viterbo-giubileo-1575-Alessandro-Boccolini-ebook/dp/B01M12YB4M
Alessandro BOCCOLINI, Viaggi e Viaggatori nella Tuscia Viterbese, Itinerari di idee, uomini e paesaggi tra età moderna e contemporanea, Viterbo, Sette Città (2016).
L’identità della Tuscia viterbese investigata attraverso un volume che raccoglie contributi dall’anima volutamente pluridisciplinare: un corpus di studi, riflessioni e proposte che guardano oltre il luogo comune dell’alto Lazio come “terra di transito”. La tradizione odeporica moderna e contemporanea riporta in superficie il genius loci di una terra al contrario ricca di suggestioni e curiosità storiche, artistiche e letterarie: un affascinante viaggio nel tempo e nello spazio alla scoperta dell’anima di una Tuscia che attende solo di essere conosciuta.
Alessando BOCCOLINI, La Guida Postale di G.M. Vidari: l’edizione napoletana ad uso dei nuovi touristes, Viterbo, Sette Città (2016).
Nel 1718 a Venezia vede la luce Il Viaggio in Pratica di Giovanni Maria Vidari, una guida che si caratterizza per un approccio moderno al fenomeno del viaggio. La formula proposta dall’autore si rivela così tanto efficace che l’opera conosce una fortuna editoriale notevole lungo tutto il XVIII secolo, arrivando al 1797 alla sua ottava edizione. Tra tutte le sue pubblicazioni la più interessante è quella edita a Napoli nel 1720, la sola stampata fuori Venezia e l’unica a presentare caratteristiche talmente peculiari da farne un’opera completamente diversa: prodotto di un’abile operazione editoriale, la stampa napoletana sembra nascere per soddisfare le necessità di un nuovo e curioso viaggiatore, sempre più protagonista del “viaggio in Italia”.
Alessandro BOCCOLINI, Polonia e Curia Romana. Viaggio nel passato e nella memoria Polonica Vaticana nelle carte barberiniane. Regesto, Acta Barberiniana n. 4, Viterbo, Sette Città (2016).
Quarto volume della collana Acta Barberiniana diretta da Gaetano Platania, il volume costituisce un pratico regesto dei documenti manoscritti e a stampa riguardanti la Polonia che i vari membri della potente famiglia romana dei Barberini hanno custodito nell’archivio e nella biblioteca privata della propria casata, oggi conservati nella Biblioteca Apostolica Vaticana. Particolarmente numerosi e interessanti sono i documenti che fanno riferimento agli anni in cui il cardinale Carlo Barberini ricoprì la carica di Protettore del Regno di Polonia.Il libro è un agile strumento per quei ricercatori e studiosi che si occupano della Rzeczpospolita e dei rapporti tra Varsavia e la Santa Sede in Età Moderna.
Volumi precedenti della collana Acta Barberiniana sono:
1. G. Platania (a cura di), Polonia e Curia Romana. Corrispondenza del Lucchese Tommaso Talenti segretario intimo del Re di Polonia con Carlo Barberini Protettore del Regno (1681-1693), Acta Barberiniana n.1, Sette Città, Viterbo, 2000.
2. G. Platania (a cura di), Polonia e Curia Romana. Corrispondenza di Giovanni III Sobieski re di Polonia con Carlo Barberini Protettore del Regno (1681-1696), Acta Barberiniana n.2, Viterbo, Sette Città, 2011.
3. G. Platania, Polonia e Curia Romana. Corrispondenza di Maria Kazimiera Sobieska regina di Polonia, con Carlo Barberini Protettore del Regno (1681-1699), Acta Barberiniana n. 3, Sette Città, Viterbo 2016.
Massimo FERRARI ZUMBINI, Images of Germany. Nationalism and the Visual Arts 1813-1913.
http://www.ferrarizumbini.it/wp-content/uploads/2016/11/5.pdf
http://www.ferrarizumbini.it/books/
Massimo FERRARI ZUMBINI, Le immagini di Bismarck.
Dal «gigantismo celebrativo» allo scandalo delle foto (2016).
http://www.ferrarizumbini.it/wp-content/uploads/2016/11/10.pdf
Rinaldi S., Izzo F.C., Zanin C. (2017), Ritorno alla tempera: indagini scientifiche sui materiali dell’atelier di Mariano Fortuny y Madrazo, in Materiali d’artista. L’atelier del pittore nell’Otto e Novecento, a cura di M. D’Ayala Valva, J. H. Townsend, Pisa, Edizioni della Normale (2017)
Il contributo presenta i risultati della ricerca sulla figura di Mariano Fortuny, pittore spagnolo residente a Venezia dalla fine dell’Ottocento, la cui dimora-atelier è oggi inserita all’interno della Fondazione Musei Civici della città. L’inventariazione dei materiali presenti nell’atelier oggi divenuto Museo Fortuny, ha condotto a esaminare in particolare i materiali pittorici e a ricostruirne il contesto storico di produzione, dato che Fortuny avviò nel 1933 la produzione di colori a tempera molto apprezzati per la loro altissima qualità. Le ricerche d’archivio condotte alla Biblioteca Marciana di Venezia per confrontare le carte donate dagli eredi del pittore con i materiali dell’atelier, ha condotto anche ad effettuare delle indagini scientifiche per l’esatta identificazione dei colori dell’artista e per chiarire le caratteristiche compositive del suo legante a tempera.
http://edizioni.sns.it/it/materiali-d-artista-l-atelier-del-pittore-nell-otto-e-novecento.html
Rinaldi S , Le vedute ottiche e luminose del Museo di Roma, in Il mondo rappresentato. Metafore del viaggio e viaggi reali, a cura di A. Aletta, Roma, Artemide Edizioni (2017)
Il contributo presenta i risultati della ricerca condotta nel Museo di Roma a Palazzo Braschi relativa alle vedute ottiche: si tratta di stampe in bianco e nero o acquerellate che venivano inserite in uno specifico strumento ottico per la loro visione in pubblico. Le vedute ottiche rappresentavano panorami di città, piazze, monumenti e palazzi famosi che costituivano uno spettacolo visivo e illusionistico tipico del Settecento. L’attività di catalogazione condotta nel Museo ha consentito di individuare circa 4000 vedute, fino ad oggi confuse o non chiaramente individuate nelle loro specificità.
Rinaldi S., Fonti sui materiali e le tecniche del Codice purpureo di Rossano Calabro. ANNALI DI CRITICA D’ARTE, vol. XII, p. 45-58, (2016)
L’articolo rintraccia la letteratura tecnico-artistica sull’esecuzione dei codici in pergamena purpurea vergata con inchiostri in oro e argento, in occasione della campagna diagnostica effettuata tra 2012 e 2014 sul Codice di Rossano Calabro datato al V d.C. La campagna diagnostica predisposta dall’Istituto Centrale per il Restauro e la Conservazione del Patrimonio Archivistico e Librario di Roma è stata preliminarmente condotta insieme alle ricerche archivistiche, paleografiche, codicologiche e storico-artistiche sul primo fascicolo del prezioso Codice contenente 15 scene sulla vita di Cristo di bellezza incomparabile, al fine di definire con esattezza le linee guida per l’intervento di restauro e la successiva musealizzazione dell’antico volume, in una teca climatizzata appositamente costruita.
http://www.cbedizioni.it/prodotto/annali-di-critica-darte-2016/
Rinaldi S . Ricettari di colori e tecniche della miniatura duecentesca romana. In: (a cura di): Maddalo S, Il libro miniato a Roma nel Duecento.Riflessioni e proposte. vol. volume 1, p. 135-152, Roma:Istituto StoricoItaliano per il Medio Evo, ISBN: 978-88-98079-46-9, (2016)
Il saggio ricostruisce le modalità tecniche d esecuzione delle miniature del 1200 attraverso l’esame comparato della letteratura artistica coeva e dei codici della Biblioteca Apostolica Vaticana individuati, studiati e catalogati dal gruppo di ricerca diretto da Silvia Maddalo. Si tratta di un approfondimento volto a evidenziare i rapporti tra tecnica e stile, correlando i materiali citati nelle fonti dell’epoca al loro effettivo impiego nelle miniature presenti nei codici vaticani.
Rinaldi S. Per una filologia dei trattati e ricettari di colori. STUDI DI MEMOFONTE, p. 1-16, ISSN: 2038-0488 (2016).
L’articolo fornisce una introduzione storica e metodologica agli studi sulla letteratura tecnico-artistica nati dall’erudizione settecentesca. La correlazione meccanica di tale letteratura con gli interventi conservativi avvenuta alla metà del XIX secolo ha condotto a concepire le fonti tecniche come la più diretta testimonianza delle attività pratiche realizzate nelle botteghe degli artisti, dal Medioevo fino all’età moderna. Tale concezione ottocentesca che considera le fonti scritte come dei prontuari di istruzioni pratiche, è ancor oggi prevalente grazie alla diffusione delle indagini scientifiche applicate allo studio e alla conservazione delle opere d’arte, senza però fornire un reale aggiornamento degli studi e perdendo di vista la natura letteraria di tali fonti. Si propone pertanto un approccio metodologico alternativo, dove l’apporto delle scienze umanistiche non è subordinato a quello fornito dalle indagini diagnostiche, come testimoniano numerosi esempi di applicazione allo studio della letteratura tecnico-artistica redatti da giovani laureate e inseriti all’interno dell’intero fascicolo della rivista.
Rinaldi S . Il Neoimpressionismo da Fénéon alla odierna tecnologia artistica. In: Fénéon Felix. (a cura di): Martore Paolo, Neoimpressionismo. Un’estetica scientifica. p. 5-21, ROMA:Castelvecchi, (2016).
Il saggio contestualizza i testi redatti a fine Ottocento da Felix Feneon sul movimento pittorico neoimpressionista. Giornalista, critico letterario e acutissimo critico d’arte, Féneon era in grado di tracciare il profilo critico di un artista come dell’intero movimento in brevi, illuminanti contributi caratterizzati da uno stile letterario che incarnava l’essenza stessa dei significati visivi rappresentati sui dipinti. La traduzione italiana dei contributi critici di Feneon sul Neoimpressionismo, evidenzia la qualità specifica della sua scrittura, ricostruendone il contesto artistico e letterario di riferimento.
https://www.hoepli.it/libro/neoimpressionismo-un-estetica-scientifica/9788869446764.html
Baroni S, Rinaldi S, Rossi M . Tempera paints in Italy in the first half of the 20th century, with a special focus on ‘tempera grassa’ by Maimeri. In: (a cura di): Beltinger K, Nadolny J, Painting in Tempera, c. 1900. p. 119-139, LONDON:Archetype Publications, ISBN: 978-1-909492-44-8 (2016)
Il contributo presenta i risultati della ricerca sull’impiego dei colori a tempera da parte dei pittori italiani a partire dalla prima Biennale di Venezia (1895) con le sperimentazioni di Cesare Laurenti. Maria de Maria e Francesco Michetti. Da una preliminare adozione di prodotti industriali da fabbricazione tedesca si ricostruisce la storia della manifattura di tempere grasse dapprima artigianali e poi industriali offerte in Italia, con particolare riferimento alla ditta Maimeri di Milano, attraverso lo spoglio della documentazione rintracciata nell’archivio della Fondazione Maimeri.
https://www.archetype.co.uk/publication-details.php?id=241
Rinaldi S . Non solo olio. Colori in tubetto e sperimentazioni artistiche in Italia 1860-1935. In: (a cura di): Selva Bonino V E, Dall’olio all’acrilico, dall’Impressionismo all’arte contemporanea. Studi, ricerche, indagini scientifiche e interventi conservativi. p. 22-26, SAONARA:Il Prato, (2016)
Il contributo delinea l’ancor incerto panorama storico italiano sulla sperimentazione artistica dei colori in tubetto, con particolare riferimento alla nascita della produzione industriale delle tempere pronte per l’uso. Benché nei dipinti dalla fine dell’Ottocento fino agli anni Trenta si ritenga sempre adottato dai pittori il legante a olio, tale nozione si basa su una consuetudine data per acquisita che non corrisponde alla realtà. Infatti, sia dagli scritti degli artisti, che dai risultati delle indagini scientifiche sui dipinti e le ricerche negli archivi dei produttori di colori, emerge un variegato interesse a sperimentare materiali diversi, la cui identificazione diviene di fondamentale importanza per la correttezza degli interventi conservativi.
Sonia Maria MELCHIORRE, Genius prevails and wits begin to shine, Viterbo, Sette Città (2016).
Maddalo S . Il libro miniato e la rinascenza nel Duecento romano. In: (a cura di): Planas Josefina, Manuscrits illuminats. La tarder de l’Edat Mitjana i els incise del Renaixement . vol. 1, p. 13-27, Lleida:Edicios de la Universitat de Lleida, 2017, ISBN: 978-84-9144-008-6(2017)
Maddalo S . Un’introduzione e qualche riflessione a margine. In: (a cura di): Maddalo S, Libro miniato a Roma nel Duecento. Riflessioni e proposte. vol. I, p. XV-XXVIII, Roma:Istituto Storico Italiano per il Medio Evo, 2016, ISBN: 978-88-98079-46-9(2016)
Maddalo S . Il talento bilingue di Nicolaus. In: (a cura di): Maddalo S, Il libro miniato a Roma nel Duecento. Riflessioni e proposte. p. 171-208, Roma:Istituto Storico Italiano per il Medio Evo, 2016, ISBN: 978-88-98079-46-9(2016)
Maddalo S . I libri dei cardinali. In: (a cura di): Maddalo S, Il libro miniato a Roma nel Duecento. Riflessioni e proposte. p. 503-520, Roma:Istituto Storico Italiano per il Medio Evo, 2016, ISBN: 978-88-98079-46-9(2016)
Maddalo S . Poesia in figura. Dante e Luca Signorelli. . In: (a cura di): Platania G, Pot-Pourri. Studi in onore di Silvana Ferreri. vol. 1, p. 337-352, Viterbo:Sette Città, 2016, ISBN: 978-88-7853-740-8(2016)
Raffaele Caldarelli – Alessandro Boccolini
Il viaggio e l’Europa: incontri e movimenti da, verso, entro lo spazio europeo, a cura di Raffaele Caldarelli – Alessandro Boccolini, Viterbo, Sette Città, 2018.
Il volume raccoglie i contributi presentati nelle due giornate di studio realizzate dal DISUCOM nel novembre del 2017. L’Europa come fattore dinamico di interazione culturale: questa è stata l’idea alla base dell’iniziativa, realizzata con le forze del Dipartimento coinvolgendo sia molti giovani studiosi sia docenti da lungo tempo attivi su questi temi. Assai ampio è stato poi il coinvolgimento non solo degli studenti del Dipartimento ma anche di quelli delle scuole del territorio. I contributi si collocano sotto il segno di una voluta eterogeneità che privilegia l’ampiezza degli orizzonti: gli incontri e talora i conflitti svoltisi intorno all’Europa vista come luogo di partenza, arrivo, vagabondaggio, ricerca sono stati esaminati in riferimento a una grande varietà di ambiti spaziali e temporali, dall’antichità ad oggi.
Raffaele Caldarelli, Slowacki e l’idea di evoluzione: per una rivisitazione di Genezis z Ducha, in Il mondo slavo e l’Europa. Contributi presentati al VI Congresso Italiano di Slavistica (Torino, 28-30 settembre 2016), a cura di Maria Cristina Bragone, Maria Bidovec, Firenze, Firenze University Press, 2019 (ISSN 2612-7687 – print, 2612-7679 – online), pp. 117-125.
Nel lavoro si analizza una delle opere più affascinanti ed enigmatiche del poeta romantico polacco Juliusz Slowacki, morto nel 1849. Apparsa solo molti anni dopo la morte del poeta, la Genesi dallo Spirito è una sorta di poema in prosa che traccia, seguendo un arduo sentiero tra la scienza e il misticismo, una personalissima storia della creazione. Si intrecciano intuizioni liriche, arditi e oscuri slanci mistici ed anche frammentari ma significativi spunti tratti dal pensiero biologico del primo Ottocento, in cui si preparava la rivoluzione darwiniana.
Raffaele Caldarelli. Il protoslavo, l’etnogenesi slava e il contatto linguistico. Problemi e prospettive di ricerca, in Contributi italiani al XVI Congresso Internazionale degli Slavisti, a cura di M.C. Ferro, L. Salmon, G. Ziffer, “Biblioteca di Studi Slavistici” 40, Firenze, FUP, 2018 (ISBN: 978-88-6453-720-7; ISSN print: 2612-7687), pp. 13-21.
L’articolo affronta alcuni problemi di metodo relativi alle più recenti ricerche sul protoslavo, la lingua comune slava alla radice delle lingue slave storiche attestate. Questa lingua, ricostruita dalla linguistica storico-comparativa, rappresenta verosimilmente la situazione linguistica diffusa nello spazio slavo intorno al 600 d.C. È possibile che sia stata usata come lingua franca nell’impero àvaro. Una cosa è sicura: recenti teorie che presentano la costituzione di un’identità slava come frutto in gran parte di operazioni politico-diplomatiche di Bisanzio non possono oscurare il fatto che almeno una salda identità linguistica slava dovette preesistere agli ulteriori sviluppi storico-politici ed essere ben riconoscibile. Verosimilmente vi furono già alcuni secoli prima processi etnogenetici complessi sui quali possiamo formulare solo ipotesi e nei quali ebbe certamente parte il contatto linguistico. Difficilmente però vi furono vasti fenomeni di commistione linguistica; si considera invece nel lavoro la teoria , cara a Evel Gasparini, di una slavizzazione di popolazioni, in particolare ugro-finniche, originariamente alloglotte. Il processo avrebbe lasciato poche tracce linguistiche, molte invece nel campo della cultura religiosa e dei costumi.
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