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Festa grande a Orvieto per Riccardo Cotarella e il suo libro “Il vino, la mia vita”

“Il vino, la mia vita”. Non poteva essere che questo il titolo dell’autobiografia di Riccardo Cotarella, enologo di fama internazionale, presentato ieri nella Sala dei Quattrocento al Palazzo del Popolo di Orvieto. Un libro, ma anche una grande festa attorno a Riccardo Cotarella, 77 anni, figura di spicco nel mondo del vino, una occasione per lui di ritrovo con tanti amici, tanti anche i ricordi di una vita «Oggi qui – ha detto commosso – mi manca una persona, mio padre. Se oggi ho fatto questo percorso, lo devo a lui», il calore e l’affetto per la famiglia, la dedizione al lavoro, l’apertura alle idee, le tante occasioni, qualche simpatica risata, ma anche qualche lacrima di commozione.

Insomma una vita, quella di Cotarella, dedicata al vino. Accanto a lui la famiglia ma soprattutto il fratello Renzo, anche lui enologo di fama mondiale, un rapporto il loro che va oltre il semplice essere fratelli «Voglio pensare che sarò io a morire prima di lui – ha detto Riccardo – perché per me non può esistere nemmeno un’ora di vita senza mio fratello Renzo accanto».Si è parlato di vino, e non poteva essere altrimenti, ma anche del futuro del vino e degli imprenditori. A dialogare con Riccardo Cotarella, Massimo D’Alema, Brunello Cucinelli, Leonardo Lo Cascio con la moderazione del giornalista Bruno Vespa. «Lavorando nel vino con passione, con amore e con consapevolezza – ha detto Cotarella – è sempre una soddisfazione. Lavorare con il vino è stata negli anni una rivoluzione, perché comunque il vino è un elemento in evoluzione. Evolvono i gusti, evolve il clima, evolve il mercato, e quindi noi dobbiamo essere sempre aggiornati perché il vino possa rappresentare un qualcosa di prezioso». E sul futuro Cotarella ha le idee chiare: «Lo scenario sicuramente non è dei migliori – dice- però il vino è un grande indicatore di crisi e di uscita dalle crisi. Il vino si consuma quando siamo tranquilli, quando siamo felici, quando festeggiamo nelle feste paesane, nelle cerimonie, in famiglia».

Su vino e scenari internazionali le parole di Vespa: «Il vino dovrebbe essere un momento di serenità proprio all’interno delle difficoltà internazionali, e superare le divisioni politiche». D’Alema e Cucinelli hanno raccontato alla folta platea il loro approccio alla produzione di vini guidati da Riccardo Cotarella, entrambi nelle rispettive tenute di famiglia. Lo Cascio invece ha parlato della propria esperienza di importatore negli Stati Uniti, i ricordi di vacanze e momenti trascorsi con Cotarella, dai campeggi, alle discese in rafting, al relax in spiaggia. Un Riccardo Cotarella superman del creare super vini che si è raccontato ieri, anche attraverso i ricordi degli amici intervenuti, semplicemente come un uomo “normale”.

E nel libro, la cui prefazione è stata curata proprio da Bruno Vespa, c’è tutto. C’è l’inizio nella cantina Vaselli di Castiglione in Teverina e c’è il lavoro, la dedizione, la passione di chi oggi è considerato il numero uno nel mondo. «Pensavo di aver scritto la prefazione di un libro – ha detto Vespa – e invece ho scritto la prefazione di un monumento». Nel libro la storia di un uomo e del mito Cotarella: «In genere uno scrivo la propria autobiografia quando ha già fatto tutto – ha detto scherzando – io invece non sono per niente al traguardo, ma non ne scriverò un altro, c’è già tutto in questo». “Il vino, la mia vita” (Rizzoli) è un racconto appassionato e autentico, che celebra il legame profondo tra cultura, territorio e tradizione vinicola. Accompagna il lettore in un viaggio sensoriale alla scoperta dei segreti del vino e delle tecniche di produzione.

Nato a Monterubiaglio, in provincia di Terni, Cotarella ha studiato Enologia nella storica scuola di Conegliano, in Veneto prima di muovere i primi passi da enologo nella cantina dei Conti Vaselli, a Castiglione in Teverina. Nel 1979 dà vita, insieme al fratello Renzo, all’azienda di famiglia, Falesco, oggi divenuta Famiglia Cotarella, tra le realtà vitivinicole italiane più importanti, con sedi in Lazio, Umbria e Toscana. Riccardo Cotarella è anche presidente di Assoenologi, l’associazione italiana degli Enologi. E’ inoltre, docente di Viticoltura ed Enologia all’Università della Tuscia di Viterbo. Nell’aprile 2025 è stato insignito del titolo di “Maestro dell’Arte Vitivinicola italiana”, riconoscimento assegnato dal Governo italiano ai protagonisti dell’enogastronomia nazionale, per il suo straordinario contributo alla valorizzazione del vino italiano nel mondo.