




Museo Erbario della Tuscia
Che cos’è un erbario?
In generale, un erbario è una collezione di campioni di piante pressate ed essiccate, conservate con metodi standardizzati. In particolare, gli erbari istituzionali, come quello dell’Università della Tuscia, sono strutture di ricerca e museali che raccolgono grandi collezioni di piante per scopi scientifici.
Le piante, dopo essere state pressate (in modo da disidratarle e conservarle indefinitamente senza rischio di attacco di muffe e batteri), vengono montate su un cartoncino che per convenzione internazionale è di formato A3. L’uniformità delle dimensioni del campione facilita gli scambi di campioni fra erbari anche di Paesi diversi. Il montaggio può essere effettuato con colla, oppure con striscioline di carta adesive o con strisce di carta fissate da spilli.
Il campione così montato si chiama “foglio d’erbario” o “exsiccatum” (in inglese “herbarium voucher”). È importantissimo che sul foglio d’erbario venga spillato o incollato anche il cosiddetto “cartellino”, ossia un’etichetta riportante non solo il nome scientifico della specie, ma anche e soprattutto data, località e ambiente di raccolta: informazioni queste ultime senza le quali il campione vegetale (come qualunque altro campione naturalistico) non ha più valore scientifico!
I fogli d’erbario sono solitamente riuniti a gruppi di qualche decina in pile fra due robusti cartoni, legati con cinghie per evitare movimenti dei fogli che potrebbero frantumare gli esemplari secchi e di conseguenza fragili. Questi gruppi di campioni si chiamano “pacchi d’erbario” e sono generalmente conservati in orizzontale su scaffali, ordinati per famiglie botaniche o con altri criteri (es. per numero progressivo di accessione). Gli scaffali si trovano all’interno di armadi ermetici o climatizzati, o direttamente in locali a microclima controllato, per garantire la stabilità dei campioni nel tempo e prevenire gli attacchi da parte di piccoli insetti, che possono essere particolarmente distruttivi. Un erbario istituzionale si presenta quindi all’incirca come una biblioteca, dove sugli scaffali anziché esserci libri ci sono cartelle piene di campioni vegetali.
Gli erbari istituzionali svolgono numerose funzioni indispensabili al supporto della ricerca scientifica in materia di biodiversità vegetale e conservazione della natura. Essi infatti costituiscono anzitutto una “anagrafe” che permette di sapere in quale località esattamente era presente una certa specie vegetale ad una certa data; custodiscono i campioni-tipo che vengono depositati quando viene scoperta una nuova specie; costituiscono collezioni di studio e confronto, indispensabili sia per risolvere dubbi di identificazione da parte dei botanici professionisti, sia per la formazione didattica dei nuovi studiosi; forniscono una banca dati della biodiversità (infatti, anche se i campioni conservati non sono, per definizione, vivi, è possibile estrarre il loro DNA per studiare la diversità, l’evoluzione e la sistematica delle piante; talora è addirittura possibile far germinare i semi o le spore dei campioni conservati).
Cos’è l’Erbario della Tuscia?
L’Erbario dell’Università della Tuscia è uno dei quattro Erbari universitari del Lazio. È inserito nel Sistema Museale di Ateneo, nella rete dei Musei della Città di Viterbo e nella Rete dei Musei delle Università italiane.
Ogni erbario istituzionale del mondo, se è riconosciuto ufficialmente dall’Index Herbariorum (il catalogo mondiale degli erbari https://sweetgum.nybg.org/science/ih/herbarium-details/?irn=126440 ), possiede un codice identificativo fatto di lettere maiuscole (acronimo), che consente di menzionarlo in modo sintetico e preciso nelle pubblicazioni scientifiche. Il codice internazionale dell’Erbario della Tuscia è UTV.
L’istituzione dell’Erbario della Tuscia avvenne nel 1990, in seguito alla donazione di oltre 6.000 campioni dall’erbario personale della prof.ssa Anna Scoppola. Attualmente (dati del 2025) l’erbario raccoglie quasi 50.000 campioni, ripartiti in circa 460 pacchi d’erbario ordinati alfabeticamente per famiglia. L’Erbario della Tuscia è collocato al piano interrato del blocco A1 dell’ex Facoltà di Agraria e si estende su una superficie complessiva di circa 120 mq, suddivisa in:
I dati dei cartellini dei campioni sono tutti informatizzati in un database, che in un prossimo futuro verrà reso accessibile online. I campioni sono stati raccolti da più di 1.000 botanici professionisti, amatoriali e studenti, anche se la maggioranza è stata raccolta direttamente dalla prof.ssa Anna Scoppola (che ha rivestito il ruolo di responsabile scientifico dell’Erbario dal 1990 fino al pensionamento nel 2022) e dai suoi allievi e collaboratori. La raccolta viene incrementata di circa 400-800 campioni all’anno.
Dal 2023 il responsabile scientifico è il prof. Goffredo Filibeck.
Dal 2024, oltre alle piante vascolari (come felci, gimnosperme e angiosperme), a seguito di attività di ricerca della prof.ssa Laura Cancellieri vengono conservati nell’Erbario della Tuscia anche campioni di briofite (muschi ed epatiche) e di alghe d’acqua dolce (in particolare Charophyta). Per questi vegetali non si utilizza il montaggio su foglio di esemplari pressati: le briofite sono conservate in bustine di carta, a loro volta ordinate in piccoli cassetti appositamente realizzati; mentre le alghe sono conservate in fiale di alcol al 70%.
L’Erbario dell’Università della Tuscia rappresenta una struttura dedicata in primo luogo allo studio della biodiversità vegetale e alla sua documentazione nel tempo, con particolare riferimento al territorio del centro Italia, garantendo – come tutti gli erbari istituzionali – la consultazione e il prestito dei campioni agli specialisti e agli altri erbari. Inoltre, svolge attività di supporto all’insegnamento delle materie botaniche e alle tesi di laurea; ospita studenti per le attività di tirocinio; contribuisce a progetti finalizzati alla divulgazione scientifica curati dal Sistema Museale di Ateneo.
Qualche campione interessante
L’Erbario conserva campioni di piante provenienti soprattutto dal Lazio e dalla provincia di Viterbo, ma anche da altri Paesi fra cui spiccano Bulgaria, Spagna, Germania, Marocco e Kenya.
Ne fanno parte anche collezioni importanti perché relative a gruppi tassonomici “critici” (es. generi Trifolium, Viola, Gastridium, Rubus, Rosa), nonché le collezioni legate a pubblicazioni di censimento dell’intera flora di Parchi e Riserve naturali del territorio della Tuscia, quasi tutte curate dalla prof.ssa Anna Scoppola (es. le flore della Caldera del Lago di Vico, della Selva del Lamone, della Riserva Naturale di Monte Rufeno, del Parco Regionale Marturanum, della Riserva Naturale di Montecasoli e del Parco Regionale dell’Arcionello).
Tra i campioni che testimoniano specie importanti per il territorio della Tuscia (ad es. perché rarissime o perché credute scomparse e recentemente ritrovate) vi sono: Spergula pentandra (Caryophyllaceae), Vicia laeta, V. pisiformis, V. pimpinelloides e V. sparsiflora, Lupinus graecus (Fabaceae), Helianthemun aegyptiacum (Cistaceae), Ludwigia palustris (Onagraceae), Hottonia palustris (Primulaceae), Chaenorhinum rubrifolium (Scrophulariaceae), Catananche lutea (Compositae), Orchis palustris (Orchidaceae), Convolvulus meonanthus (Convolvulaceae), Viola hymettia (Violaceae).
Altri campioni importanti derivano ad es. da ricerche effettuate dal laboratorio di Geobotanica del prof. Filibeck e della prof.ssa Cancellieri nel territorio del Parco Nazionale d’Abruzzo e nelle aree ad esso adiacenti: sono depositati ad esempio i campioni che testimoniano la scoperta nel bacino del Fucino, per la prima volta nell’Appenino, di due specie relitte di tipo steppico, Festuca valesiaca e Astragalus exscapus; o il ritrovamento nell’Appennino Laziale di Laburnum alpinum. Sono inoltre presenti le raccolte legate alle escursioni scientifiche della Società Botanica Italiana in numerose località del territorio nazionale. Nella nuova sezione per i muschi e le epatiche verranno a breve inseriti anche i campioni relativi all’esplorazione della flora briofitica dei Monti Cimini e aree contermini, derivanti da una escursione scientifica del Gruppo di Briologia della Società Botanica Italiana.
Infine, nell’Erbario della Tuscia sono depositati 5 olotipi, ovvero gli esemplari su cui si basa la descrizione originale di una nuova specie: questi campioni divengono il riferimento internazionale per gli studi tassonomici sulla specie in questione. Gli olotipi presenti nell’Erbario della Tuscia riguardano tutti specie ibride di orchidee del territorio laziale, e precisamente: Ophrys x rasennae, Ophrys x giardinae, Ophrys x feriarum-iovi, Ophrys x cornetana e Ophrys x tuchulchai.
(testo a cura di Goffredo Filibeck e Laura Cancellieri)
CONTATTI
Museo Erbario della Tuscia, Università della Tuscia – Blocco A1, via S. Camillo de Lellis snc, 01100 Viterbo.
Telefono: 0761/357490 – e-mail: erbario@unitus.it
Responsabile scientifico: prof. Goffredo Filibeck, tel. 0761/357215 – email: filibeck@unitus.it
Ingresso gratuito nei giorni lavorativi su prenotazione, per esigenze di ricerca scientifica o per iniziative didattiche.
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